La nostra mente ricorre a delle scorciatoie e a degli errori sistematici di pensiero. Una di queste distorsioni, o bias, è il
bias di crescita esponenziale (in inglese Exponential Growth Bias).
Consiste nel sottovalutare la velocità con cui un determinato valore aumenta.
Trattandosi di un bias che normalmente viene studiato in ambito finanziario, è legittimo chiedersi che cosa c’entrino le vite umane.
Recentemente, grazie ad un ottimo articolo della BBC*, ho appreso che gli scienziati hanno cominciato a studiare l’impatto di questo bias sulla pandemia di Covid19.
Da quanto è emerso, molte persone danno per scontato che il Coronavirus si diffonda in modo lineare, quando in realtà – se lasciato agire indisturbato – la diffusione è esponenziale.
Il problema è che (come una serie di studi ha dimostrato) le persone soggette al bias di crescita esponenziale sono meno preoccupate per la diffusione del Covid-19.
Di conseguenza, sono anche meno propense a mettere in atto semplici misure di sicurezza come
- distanziamento sociale,
- utilizzo delle mascherine
- e lavaggio frequente delle mani.
Tutte cose piuttosto semplici da fare, ma anche da non fare, purtroppo.
Mi costa ammetterlo, eppure io stessa ho commesso questo errore di valutazione all’inizio.
Infatti, confesso di aver reagito con un certo fastidio alle misure di sicurezza imposte, e di aver sottovalutato il potenziale di contagio del virus. Eppure mi reputo una persona intelligente e con un buon grado di istruzione.
Peccato che, in realtà, intelligenza e livello di istruzione non impediscano alle persone di commettere questo errore.
Per comprendere l’origine di questo particolare errore, dobbiamo ricordare che esistono diversi tipi di crescita, e il più familiare è indubbiamente la crescita lineare.
Quando dico familiare, intendo che è quello che conosciamo meglio e a cui siamo abituati.
Ad esempio: un albero che produce tre mele al giorno, quindi sei dopo due giorni, nove dopo tre giorni, e così via.
La crescita esponenziale, invece, accelera nel tempo.
Forse l’esempio più semplice da fare è quello della crescita demografica: più persone si riproducono, più velocemente cresce la popolazione.
Photo credit: Nigel Hawtin
A parte la crescita demografica, un buone esempio di crescita esponenziale è sicuramente la capitalizzazione composta dell’interesse.
Poniamo l’esempio di un conto di risparmio che offra un interesse composto. Su questo conto si accumuleranno interessi aggiuntivi sugli interessi già guadagnati.
Si tratta di un tipico esempio di crescita esponenziale. Ponendo di avere un tasso di interesse del 5%, € 1.000 investiti oggi varranno € 1.050 l’anno prossimo e € 1.102,50 l’anno successivo. Oltre € 7.000 tra quarant’anni.
Quindi: se lasci che la capitalizzazione composta lavori per te, trasformerai il tempo nel tuo miglior alleato, in teoria.
Dico “in teoria” perché in realtà poi le persone se ne dimenticano, o non lo comprendono veramente fino in fondo. E la dimostrazione è che o iniziano troppo tardi a risparmiare o smettono troppo presto.
Quindi sto dicendo che spesso le persone hanno la tendenza:
- a sottostimare la crescita esponenziale
- oppure, anche se hanno appreso concetti come l’interesse composto, a dimenticare di applicarli.
Fino ad oggi si è parlato d
i bias di crescita esponenziale principalmente in ambito di scelte finanziarie. Ma quest’anno, con la pandemia di Covid-19, i ricercatori hanno iniziato a chiedersi se questo bias potesse anche influenzare la nostra comprensione delle malattie infettive.
Secondo vari studi epidemiologici, senza intervento (ossia in assenza di misure restrittive) il numero di nuovi casi di Covid-19 raddoppia ogni tre o quattro giorni. Ecco perchè all’inizio molti scienziati consigliavano blocchi rapidi per evitare che la pandemia andasse fuori controllo.
Diversi studi, dalla Germania all’India, hanno dimostrato che questo bias era largamente diffuso, e che la maggior parte delle persone sottostimava ampiamente l’esponenzialità del tasso di contagio.
Inoltre, hanno evidenziato come la suscettibilità al bias di crescita esponenziale può prevedere una ridotta conformità con le raccomandazioni dell’OMS.
I ricercatori hanno ipotizzato che le stesse rappresentazioni grafiche più utilizzate dai media siano state controproducenti. Probabilmente presentare il numero di infezioni in scala logaritmica ha contribuito ad rafforzare il bias.**
Secondo questi ricercatori infatti, aspettarsi che le persone comprendessero la scala logaritmica per estrapolare il percorso di crescita di una malattia significava richiedere un livello molto alto di capacità cognitive. Mentre semplici tabelle numeriche sarebbero state molto più efficaci.
In conclusione, è plausibile che anche a causa di questo bias, l’emergenza sia stata ampiamente sottovalutata in fase iniziale. Questo potrebbe essere costato molte vite, più o meno direttamente.
Quindi ora la comprensione e la correzione di questo bias dovrebbe essere una priorità, per evitare di commettere nuovamente gli stessi errori.
Nel tentativo di appiattire la curva dei contagi ed evitare seconde ondate di questa pandemia.
Giulia Fidilio
** Piccola appendice matematica (non è indispensabile, tuttavia aiuta la comprensione).
Il problema delle rappresentazioni grafiche scelte fino ad ora, nelle varie conferenze stampa e sui media in genere, è che erano su una scala logaritmica.
Le cifre sull’asse y aumentano di una potenza di 10, quindi il divario tra 1 e 10 è uguale al divario tra 10 e 100 o 100 e 1000.
Sebbene questo renda più facile tracciare diverse regioni con tassi di crescita bassi e alti, significa anche che la crescita esponenziale sembra più lineare di quanto non sia in realtà.
E chiaramente questo potrebbe aver contribuito a rafforzare il bias di crescita esponenziale.
Giulia Fidilio, Educatrice Finanziaria AIEF e Docente di Finanza Comportamentale