Nov 13 / Giulia Fidilio

Come la fallacia dei costi sommersi ci impedisce di fermarci, anche quando sarebbe il caso

La Sunk Cost Fallacy – o fallacia dei costi sommersi – si verifica quando ci si ostina a continuare una certa attività, anche quando ormai è chiaro che questa non è più proficua, perché si sono già investite molte risorse.

Risorse intese come tempo, energia o denaro.

Insomma tendiamo a pensare di non poterci fermare, altrimenti quanto investito fino a quel momento andrà perso.

E al tempo stesso non siamo disposti ad accettare che quanto abbiamo già investito in realtà ormai è già andato, e pertanto è irrecuperabile.

Non a caso questa distorsione è nota anche come fallacia dei costi irrecuperabili.

Foto di Falko Fröhlich da Pixabay
Un esempio famoso è il caso del Concorde, tanto che in alcuni casi si parla di fallacia del Concorde anziché di fallacia dei costi sommersi.

Il progetto del Concorde, l’aereo supersonico, era frutto della cooperazione di due governi: quello francese e quello inglese. La vicenda divenne paradossale: i due governi avevano investito talmente tanto nel progetto che, anziché abbandonarlo e limitare le perdite, continuarono a perseverare nell’errore.

Anche quando ormai era evidente che il progetto non era sostenibile dal punto di vista finanziario, piuttosto che registrare la perdita, preferirono continuare ad investire.

Il risultato finale fu un investimento in perdita totale, purtroppo anche in termini di vite umane.

Mi riferisco al tragico incidente di Parigi nel 2000, quando un Concorde di Air France si schiantò su un hotel appena pochi minuti dopo il decollo.

Persero la vita cento passeggeri, nove membri dell’equipaggio e quattro persone a terra, ma il progetto Concorde chiuse ufficialmente solamente tre anni dopo quella disgrazia.

Ci sono esempi meno eclatanti eppure altrettanto efficaci, che troviamo nella nostra vita quotidiana.

Foto di Frans Van Heerden da Pexels
Immagina di essere al ristorante e di aver ordinato una cena a menù fisso.
Mangi primo, secondo e contorno. Arrivi al dessert e sei sazio.
Che fai: smetti di mangiare il dessert o continui?
L’evidenza dice che la maggioranza delle persone continua pur essendo sazia, per giustificare la spesa già sostenuta. Il ragionamento più diffuso si può riassumere nella seguente frase: “pagarlo e non mangiarlo sarebbe uno spreco!”.
Numerosi esperimenti hanno confermato che esiste questa tendenza generale a non ignorare i costi irrecuperabili.
Immagina di andare al cinema con grandi aspettative.
Dopo 10 minuti ti accorgi che il film non ti piace affatto. Oppure, peggio ancora, che hai già compreso il finale (a me è successo con il film Il sesto Senso!).
Che fai: ti alzi e te ne vai o rimani fino alla fine?
Ebbene, l’evidenza dice che molto probabilmente te ne starai seduto aspettando la fine, perché hai pagato il prezzo del biglietto. Aspetterai che migliori, o spererai di esserti sbagliato.
Diversamente, se sei entrato gratis, le probabilità che tu te ne vada aumentano significativamente. Perché, dal momento che non hai acquistato il biglietto, non avverti il fardello del costo sostenuto.
Foto di Lukas da PexelsFoto di Frans Van Heerden da Pexels

L’esempio indubbiamente più potente ed emblematico è l’esperimento sulle scarpe.

Immagina un paio di scarpe del valore di 200 euro, che però provoca un dolore insopportabile in quanto troppo stretto. 
Che fai: decidi di tenerlo o di liberartene?

Ebbene, è stato fatto un esperimento, e il risultato ha dimostrato che gli individui che hanno ricevuto le scarpe in dono se ne liberavano senza indugio, mentre quelli che le avevano pagate erano molto più restii a sbarazzarsene. Come vedi anche in questo caso si tratta di una scelta paradossale, che ha poco di logico. Infatti che importa se hai pagato o meno per le scarpe, se tanto non le indossi comunque? Tanto vale sbarazzarsene, o almeno regalarle a qualcuno.

Solo che la verità è che, se le hai pagate, ti ruga un bel po’.

In ambito finanziario, la fallacia dei costi sommersi può impedirci di ammettere di aver commesso un errore. Questo significa aggrapparci ad un determinato prodotto finanziario, anziché vendere per limitare le perdite.
In realtà, sebbene sia un bias di cui si parla tipicamente in ambito finanziario, tocca anche molti altri aspetti della nostra vita.

Ad esempio: vale anche per chi, pur essendo palesemente insoddisfatto del proprio lavoro, non riesce a lasciarlo.

Vale quando si continua a mantenere aperta un’attività in perdita.

Si verifica anche quando non si riesce a chiudere una relazione, nonostante le cose non funzionino, perché ci si aggrappa all’idea della fatica fatta e alle risorse investite per costruire quel rapporto.
In questi casi, la fallacia dei costi sommersi diventa una vera e propria gabbia, che solo noi possiamo decidere di aprire.
Come?

Accettando che ciò che è stato speso – che si tratti di tempo, di energie o di denaro – ormai è andato, e non è più recuperabile. E che sarebbe opportuno guardare avanti, piuttosto che indietro.


Giulia Fidilio, Educatrice Finanziaria AIEF e Docente di Finanza Comportamentale
Write your awesome label here.

Il nostro report con le previsioni per il 2024 è qui!

State cercando il modo migliore per far crescere i vostri risparmi nel 2024? Nel nostro ultimo report di Investment Academy, esploriamo non solo i momenti chiave del 2023, ma ci focalizziamo soprattutto sulle promettenti opportunità di investimento per l'anno corrente.